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Queste pagine di "Predella" percorrono la 'via degli Abruzzi' che veicolava stili e manufatti fiorentini, unendo la Toscana a Napoli senza transitare per Roma; le grandi vie consolari Cassia (l'asse Siena-Viterbo), Flaminia e Salaria, che proiettavano i destini e le speranze di nobili in cerca d'affermazione o di prelati, mercanti, intellettuali, artigiani e artisti in cerca di fortuna a Roma. Dalle alture appenniniche, infine, "Predella" approda sul mar Adriatico, lungo le rotte dei commerci e delle devozioni. Due tra i protagonisti di questa storia dell'arte delle periferie, Italo Faldi e Federico Zeri, hanno condiviso il loro percorso amicale e di studi percorrendo le vie umbre e laziali sulle tracce di Lorenzo da Viterbo e di Piermatteo d'Amelia; itinerario che "Predella", oggi, idealmente rievoca e riannoda analizzando questi due grandi protagonisti della pittura italiana nella seconda metà del Quattrocento.